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UNA MISTERIOSA STORIA
La bellissima pala d’altare della Madonna del Lume giunse a Melara nel 1780, e fu donata da uno straniero, il missionario gesuita messicano padre Blas Arriaga (in quel tempo Melara apparteneva alla Diocesi e al Ducato di Ferrara).
La devozione verso questa Sacra Immagine accese subito gli animi dei melaresi, e divenne nel tempo sempre più forte. La nostra gente ha sempre custodito con amore e tramandato oralmente, di generazione in generazione, la storia misteriosa di questo Dipinto (storia in gran parte confermata anche dalle ricerche storiche), e il modo “miracoloso” in cui arrivò a Melara. La fede semplice e forte con cui si è subito venerata la Madonna del Lume, la fede dei nostri avi, la fede dei nostri anziani, questa grande fede nella Madonna del Lume ha caratterizzato profondamente la spiritualità dei melaresi.
Nel 1760 il re di Spagna Carlo III aveva cacciato tutti i missionari dalla Spagna e da tutti i suoi possedimenti (“le Spagne”), quindi anche dal Messico. Nel 1767 era stata soppressa anche la Compagnia di Gesù, e i Gesuiti furono costretti all’esilio. Il missionario che donò la prestigiosa Tela della Madonna del Lume alla nostra chiesa era padre Blasio Arriaga, uno di questi Gesuiti espulsi dal Messico ed esiliati nello Stato Pontificio. Insieme con altri confratelli, p. Arriaga era diretto a Ferrara.
Savino Chiavegatti, un ricercatore melarese che ha dedicato la vita alla ricerca sulla Madonna del Lume e ha stampato privatamente migliaia di pagine sull’argomento, scrive: “Padre Arriaga, destinato alla legazione di Ferrara (che in quel tempo comprendeva Melara, paese di frontiera dello Stato Pontificio), portava con sé l’originale della Madonna del Lume”.
Questi esuli Gesuiti custodivano dunque, come un tesoro prezioso, il grande bellissimo dipinto della Madre della Luce.
Nell’ultimo tratto della loro peregrinazione, questi missionari messicani seguirono il corso del Po navigando su una barca. La storia suggestiva e misteriosa di questo loro viaggio sull’acqua del nostro fiume è riportata dal Chiavegatti secondo il racconto della tradizione raccolto dalla voce di un’anziana signora di Melara.
Ecco la storia. Poiché questi missionari erano ormai vecchi, e temevano di non poter più custodire in sicurezza il loro tesoro, dopo tanto peregrinare decisero di donare il prezioso quadro alla chiesa del primo paese che avessero incontrato lungo le rive del Po. E così fecero. Ma avvenne che, quando tornarono sulla barca, un po’ tristi per essersi separati da quell’Immagine Sacra che tanto amavano, misteriosamente ve la ritrovarono. Il miracolo si ripeté in diversi paesi: il quadro veniva portato nella chiesa del paese dove si fermavano, e ogni volta che tornavano sulla barca per ripartire, i missionari lo ritrovavano ancora lì, senza che nessuno ve lo avesse portato e senza capire come ciò poteva essere successo.
Nel frattempo la voce si era sparsa, e la gente dei vari paesi cominciò a radunarsi sempre più numerosa sull’argine del Po ad attendere l’arrivo della barca dei missionari, e per accogliere la Madonna miracolosa, pregando che volesse rimanere nella loro chiesa. Ogni chiesa infatti si sarebbe sentita onorata di ricevere in dono un quadro così bello, e ovunque si sperava che quella Madonna si fermasse.
Ormai il miracolo non sarebbe più stato il misterioso ritrovamento del Quadro sulla barca, bensì il fatto che l’Immagine della Madonna del Lume finalmente si fosse fermata in una chiesa.
Anche i melaresi si affollarono sull’argine del Po, con il parroco e il consiglio comunale, e accolsero solennemente la Madonna del Lume con canti e preghiere, sbandierando il rosso gonfalone di san Materno, patrono di Melara, e gli stendardi delle varie associazioni e confraternite; poi l’accompagnarono numerosissimi in chiesa con una processione maestosa. I melaresi erano gioiosi, ma anche tristi, perché pensavano che la Madonna se ne sarebbe andata anche da Melara, come era successo nei tanti paesi dove i missionari l’avevano portata. Questa volta invece la Madonna rimase…
La Madonna del Lume aveva voluto fermarsi proprio a Melara! Era l’ottobre del 1780.
Il fatto straordinario emozionò profondamente il nostro paese.
L’Immagine della Madonna del Lume fu accolta dai melaresi con intensa commozione e gioia grande. Venne subito venerata come miracolosa, e acclamata Protettrice di Melara.
Così si esprime il parroco don Dal Pin nell’Avviso Sacro da lui scritto in occasione del 1° Centenario (1880): “Con quale entusiasmo fosse accolto quel sacro dono lo manifesta il magnifico Altare che la Comunità di Melara volle eretto a pubbliche spese per collocarvi la stupenda Pala; e le Indulgenze concesse dal sommo Pontefice PIO VI a chi visita la venerata Immagine. Né mai venne meno la fervente divozione di questo popolo religioso verso la Madre dell’Eterno Lume; né mancò mai l’aiuto di Maria, invocata sotto questo Titolo, ai buoni Parrocchiani, che nelle Tabelle Votive, appese al Santo suo Altare, a noi tramandarono la memoria delle grazie ricevute dalla Madonna del Lume nei giorni del dolore, nelle grandi catastrofi della vita. Quella Sacra Immagine è la Protettrice, ed è la gloria del popolo di Melara”.