NOTIZIE VARIE - La Madonna del Lume di Melara

La Madonna del Lume di Melara
A cura di Mariadele Orioli e Fausto Soffiatti
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LAUDATO SI'

Inizio della Lettera Enciclica di Papa Francesco
 
«Laudato si’, mi’ Signore», cantava san Francesco d’Assisi. In questo bel cantico ci ricordava che la nostra casa comune è anche come una sorella, con la quale condividiamo l’esistenza, e come una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia: «Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba».
Questa sorella protesta per il male che le provochiamo, a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei. Siamo cresciuti pensando che eravamo suoi proprietari e dominatori, autorizzati a saccheggiarla. La violenza che c’è nel cuore umano ferito dal peccato si manifesta anche nei sintomi di malattia che avvertiamo nel suolo, nell’acqua, nell’aria e negli esseri viventi. Per questo, fra i poveri più abbandonati e maltrattati, c’è la nostra oppressa e devastata terra, che «geme e soffre le doglie del parto» (Rm 8,22). Dimentichiamo che noi stessi siamo terra (cfr Gen 2,7). Il nostro stesso corpo è costituito dagli elementi del pianeta, la sua aria è quella che ci dà il respiro e la sua acqua ci vivifica e ristora.
Più di cinquant’anni fa, mentre il mondo vacillava sull’orlo di una crisi nucleare, il santo Papa Giovanni XXIII scrisse un’Enciclica con la quale non si limitò solamente a respingere la guerra, bensì volle trasmettere una proposta di pace. Diresse il suo messaggio Pacem in terris a tutto il “mondo cattolico”, ma aggiungeva “e a tutti gli uomini di buona volontà”.
Adesso, di fronte al deterioramento globale dell’ambiente, voglio rivolgermi a ogni persona che abita questo pianeta.
Otto anni dopo la Pacem in terris, nel 1971, il beato Papa Paolo VI (ora santo) si riferì alla problematica ecologica, presentandola come una crisi che è «una conseguenza drammatica» dell’attività incontrollata dell’essere umano: «Attraverso uno sfruttamento sconsiderato della natura, egli rischia di distruggerla e di essere a sua volta vittima di siffatta degradazione». Parlò anche alla FAO della possibilità, «sotto l’effetto di contraccolpi della civiltà industriale, di una vera catastrofe ecologica», sottolineando «l’urgenza e la necessità di un mutamento radicale nella condotta dell’umanità», perché «i progressi scientifici più straordinari, le prodezze tecniche più strabilianti, la crescita economica più prodigiosa, se non sono congiunte ad un autentico progresso sociale e morale, si rivolgono, in definitiva, contro l’uomo».
San Giovanni Paolo II si è occupato di questo tema con un interesse crescente. Nella sua prima Enciclica, osservò che l’essere umano sembra «non percepire altri significati del suo ambiente naturale, ma solamente quelli che servono ai fini di un immediato uso e consumo». Successivamente invitò ad una conversione ecologica globale. Ma nello stesso tempo fece notare che si mette poco impegno per «salvaguardare le condizioni morali di un’autentica ecologia umana». La distruzione dell’ambiente umano è qualcosa di molto serio, non solo perché Dio ha affidato il mondo all’essere umano, bensì perché la vita umana stessa è un dono che deve essere protetto da diverse forme di degrado. Ogni aspirazione a curare e migliorare il mondo richiede di cambiare profondamente gli «stili di vita, i modelli di produzione e di consumo, le strutture consolidate di potere che oggi reggono le società». L’autentico sviluppo umano possiede un carattere morale e presuppone il pieno rispetto della persona umana, ma deve prestare attenzione anche al mondo naturale e «tener conto della natura di ciascun essere e della sua mutua connessione in un sistema ordinato». Pertanto, la capacità dell’essere umano di trasformare la realtà deve svilupparsi sulla base della prima originaria donazione delle cose da parte di Dio.
Il mio predecessore Benedetto XVI ha rinnovato l’invito a «eliminare le cause strutturali delle disfunzioni dell’economia mondiale e correggere i modelli di crescita che sembrano incapaci di garantire il rispetto dell’ambiente». Ha ricordato che il mondo non può essere analizzato solo isolando uno dei suoi aspetti, perché «il libro della natura è uno e indivisibile» e include l’ambiente, la vita, la sessualità, la famiglia, le relazioni sociali, e altri aspetti. Di conseguenza, «il degrado della natura è strettamente connesso alla cultura che modella la convivenza umana». Papa Benedetto ci ha proposto di riconoscere che l’ambiente naturale è pieno di ferite prodotte dal nostro comportamento irresponsabile. Anche l’ambiente sociale ha le sue ferite. Ma tutte sono causate in fondo dal medesimo male, cioè dall’idea che non esistano verità indiscutibili che guidino la nostra vita, per cui la libertà umana non ha limiti. Si dimentica che «l’uomo non è soltanto una libertà che si crea da sé. L’uomo non crea se stesso. Egli è spirito e volontà, ma è anche natura». Con paterna preoccupazione ci ha invitato a riconoscere che la creazione risulta compromessa «dove noi stessi siamo le ultime istanze, dove l’insieme è semplicemente proprietà nostra e lo consumiamo solo per noi stessi. E lo spreco della creazione inizia dove non riconosciamo più alcuna istanza sopra di noi, ma vediamo soltanto noi stessi».
Questi contributi dei Papi raccolgono la riflessione di innumerevoli scienziati, filosofi, teologi e organizzazioni sociali che hanno arricchito il pensiero della Chiesa su tali questioni. Non possiamo però ignorare che anche al di fuori della Chiesa Cattolica, altre Chiese e Comunità cristiane – come pure altre religioni – hanno sviluppato una profonda preoccupazione e una preziosa riflessione su questi temi che stanno a cuore a tutti noi. Per citare solo un esempio particolarmente significativo, voglio riprendere brevemente parte del contributo del caro Patriarca Ecumenico Bartolomeo, con il quale condividiamo la speranza della piena comunione ecclesiale.
Non voglio procedere in questa Enciclica senza ricorrere a un esempio bello e motivante. Ho preso il suo nome come guida e come ispirazione nel momento della mia elezione a Vescovo di Roma.
Credo che Francesco sia l’esempio per eccellenza della cura per ciò che è debole e di una ecologia integrale, vissuta con gioia e autenticità. E’ il santo patrono di tutti quelli che studiano e lavorano nel campo dell’ecologia, amato anche da molti che non sono cristiani. Egli manifestò un’attenzione particolare verso la creazione di Dio e verso i più poveri e abbandonati. Amava ed era amato per la sua gioia, la sua dedizione generosa, il suo cuore universale. Era un mistico e un pellegrino che viveva con semplicità e in una meravigliosa armonia con Dio, con gli altri, con la natura e con se stesso. In lui si riscontra fino a che punto sono inseparabili la preoccupazione per la natura, la giustizia verso i poveri, l’impegno nella società e la pace interiore.
La sua testimonianza ci mostra anche che l’ecologia integrale richiede apertura verso categorie che trascendono il linguaggio delle scienze esatte o della biologia e ci collegano con l’essenza dell’umano. Così come succede quando ci innamoriamo di una persona, ogni volta che Francesco guardava il sole, la luna, gli animali più piccoli, la sua reazione era cantare, coinvolgendo nella sua lode tutte le altre creature. Egli entrava in comunicazione con tutto il creato, e predicava persino ai fiori e «li invitava a lodare e amare Iddio, come esseri dotati di ragione». La sua reazione era molto più che un apprezzamento intellettuale o un calcolo economico, perché per lui qualsiasi creatura era una sorella, unita a lui con vincoli di affetto. Per questo si sentiva chiamato a prendersi cura di tutto ciò che esiste.
Il suo discepolo san Bonaventura narrava che lui, «considerando che tutte le cose hanno un’origine comune, si sentiva ricolmo di pietà ancora maggiore e chiamava le creature, per quanto piccole, con il nome di fratello o sorella». Questa convinzione non può essere disprezzata come un romanticismo irrazionale, perché influisce sulle scelte che determinano il nostro comportamento. Se noi ci accostiamo alla natura e all’ambiente senza questa apertura allo stupore e alla meraviglia, se non parliamo più il linguaggio della fraternità e della bellezza nella nostra relazione con il mondo, i nostri atteggiamenti saranno quelli del dominatore, del consumatore o del mero sfruttatore delle risorse naturali, incapace di porre un limite ai suoi interessi immediati. Viceversa, se noi ci sentiamo intimamente uniti a tutto ciò che esiste, la sobrietà e la cura scaturiranno in maniera spontanea. La povertà e l’austerità di san Francesco non erano un ascetismo solamente esteriore, ma qualcosa di più radicale: una rinuncia a fare della realtà un mero oggetto di uso e di dominio.
D’altra parte, san Francesco, fedele alla Scrittura, ci propone di riconoscere la natura come uno splendido libro nel quale Dio ci parla e ci trasmette qualcosa della sua bellezza e della sua bontà: «Difatti dalla grandezza e bellezza delle creature per analogia si contempla il loro autore» (Sap 13,5) e «la sua eterna potenza e divinità vengono contemplate e comprese dalla creazione del mondo attraverso le opere da lui compiute» (Rm 1,20). Per questo chiedeva che nel convento si lasciasse sempre una parte dell’orto non coltivata, perché vi crescessero le erbe selvatiche, in modo che quanti le avrebbero ammirate potessero elevare il pensiero a Dio, autore di tanta bellezza. Il mondo è qualcosa di più che un problema da risolvere, è un mistero gaudioso che contempliamo nella letizia e nella lode.
La sfida urgente di proteggere la nostra casa comune comprende la preoccupazione di unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale, poiché sappiamo che le cose possono cambiare. Il Creatore non ci abbandona, non fa mai marcia indietro nel suo progetto di amore, non si pente di averci creato. L’umanità ha ancora la capacità di collaborare per costruire la nostra casa comune. Desidero esprimere riconoscenza, incoraggiare e ringraziare tutti coloro che, nei più svariati settori dell’attività umana, stanno lavorando per garantire la protezione della casa che condividiamo. Meritano una gratitudine speciale quanti lottano con vigore per risolvere le drammatiche conseguenze del degrado ambientale nella vita dei più poveri del mondo. I giovani esigono da noi un cambiamento. Essi si domandano com’è possibile che si pretenda di costruire un futuro migliore senza pensare alla crisi ambientale e alle sofferenze degli esclusi.

GIUGNO, IL MESE DEL CUORE DI GESÙ

Il 1 giugno 2022 è la Festa della Madre SS.ma del Lume, il giorno che Lei stessa aveva chiesto: il Mercoledì prima di Pentecoste.
Quest’anno la Sua Festa coincide con il primo giorno del mese consacrato al Sacro Cuore di Gesù, il mese di giugno, il tempo per la contemplazione del Cuore di Gesù!
Con l’aiuto di Maria, entriamo nella Luce del mistero dell’Amore di Dio per ciascuno di noi.
L’amore misericordioso di Dio è una ricchezza da riscoprire, soprattutto in questo nostro tempo così angosciato, distratto, buio e vuoto di Spirito.
Questo provvidenziale culto è stato esteso alla Chiesa universale da papa Pio IX, ma è nato in Francia, a Paray Le Monial, dopo una serie di visioni avute da Santa Margherita Maria Alacoque (1647 – 1690), alla quale Gesù chiese di impegnarsi per l’istituzione di una festa dedicata al Suo Sacro Cuore.
Una delle tentazioni più grandi è quella di pensare che la devozione al Sacro Cuore di Gesù sia una ritualità del passato, dovuta a un sentimentalismo che la nostra cultura così razionalista e tecnologica ha ormai superato. Niente affatto. Nessun sentimentalismo nella nostra fede e nelle sue manifestazioni, anzi. Si tratta di corrispondere all’amore di Gesù offrendo la propria vita in riparazione dei peccati propri e del mondo. (Si veda a questo proposito il prezioso testo del Servo di Dio Divo Barsotti: La mistica della riparazione).
Il cuore di Gesù ha costituito, fin dalla chiesa primitiva, il tesoro da cui attingere le ricchezze della misericordia di Dio: trafitto dalla lancia del soldato romano, il Cuore di Gesù ha aperto all’umanità intera la fonte della vita eterna, dal quale sgorga incessantemente il fiume di grazia dei sacramenti del Battesimo e dell’Eucarestia.
Quanto poco si parla di questo Cuore di Gesù, che ci ha amato fino a lasciarsi squarciare per donarci tutto di Sé! E quanto potrebbe cambiare la vita di ogni cristiano se si lasciasse attirare dentro questo Cuore pulsante di amore e compassione per tutti gli uomini, oggi come allora!
L’Eucarestia concede la grazia di partecipare ai sentimenti, ai pensieri e alla vita del Cuore di Gesù, per poterli vivere a nostra volta, nella certezza che in ogni attimo il Cuore di Gesù batte per te, per me, per ciascuno di noi.
Contemplare il Cuore di Gesù significa desiderare un cambiamento profondo della propria vita.
Il mondo d’oggi reputa le opere della grazia compiute da Dio come pura casualità o un risultato esclusivo dei meriti personali. Questo atto di incredulità, che consiste nell’attribuire a se stessi le opere di Dio, ha origine nel cuore di una umanità ferita dall’orgoglio, dalla vanità e dalla presunzione che oscurano la visione dell’opera di Dio.
L’umiltà e la mitezza sono le virtù che purificano il cuore dell’uomo, il quale, per vivere, ha bisogno di sentire pulsare il cuore di Dio. Perciò, questa devozione non può essere solo una pratica di un mese dell’anno ma va attuata spiritualmente nell’arco dell’intera vita cristiana. L’assonanza con il cuore di Gesù attraverso la lettura del Vangelo, la meditazione dei suoi misteri e una vita di preghiera assidua, conduce lentamente ad un nuovo battito della propria vita. I frutti copiosi di questa vita nuova sono una maggiore attenzione verso le esigenze dell’altro, un atteggiamento di umiltà capace di accettare l’umiliazione e una autentica mitezza che apre il proprio animo all’ascolto delle necessità del prossimo.
Il cuore di Cristo insegna al cuore dell’uomo a non essere turbato, a non rimanere perplesso davanti agli insuccessi, alle sofferenze e all’incomprensioni della vita. Quel cuore di Gesù, coronato dalle spine dell’abbandono, della calunnia e del tradimento, è stato capace di amare i suoi nemici. Le parole di perdono di Gesù pronunziate sulla croce sono un segno eloquente della pienezza di amore che scaturisce da quel cuore divino. Ogni uomo che vive della contemplazione del cuore di Dio ha la possibilità di vivere alla stessa maniera di Gesù, rispondendo ad un grido di insulto con una silenziosa benedizione, facendo il bene a coloro che ci fanno del male.
Allora la tristezza seminata nel cuore dall’opera del giustizialismo e della vendetta personale, può essere estirpata dal desiderio di comunione con il cuore di Gesù, il quale ha la capacità di rallegrare gli animi, inebriandoli attraverso la partecipazione con la sostanza del suo cuore che ci viene donata nell’Eucarestia.
Il mistero dell’Incarnazione e della Passione hanno permesso ad ogni uomo di vedere e ascoltare il cuore del Padre per mezzo del Figlio, affinché il cuore di Gesù possa essere trapiantato al posto del cuore di pietra di chi non ha ancora conosciuto l’amore misericordioso di Dio.
Supplichiamo la Madre del Lume perché illumini il nostro cuore di pietra, interceda perché Gesù lo trasformi in un cuore di carne, e ci ottenga la Luce dello Spirito Santo.
 
ATTO DI CONSACRAZIONE AL SACRO CUORE DI GESÙ
(di Santa Margherita Maria Alacoque)
 
Io…, dono e consacro al Cuore adorabile di Gesù la mia persona e la mia vita, le mie azioni, pene e sofferenze per non più servirmi di alcuna parte del mio essere, se non per onorarlo, amarlo e glorificarlo.
È questa la mia irrevocabile volontà: essere tutto suo e fare ogni cosa per suo amore, rinunciando a tutto ciò che può dispiacergli.
Ti scelgo, Sacro Cuore di Gesù, come unico oggetto del mio amore, custode della mia vita, pegno della mia salvezza, rimedio della mia fragilità e incostanza, riparatore di tutte le colpe della mia vita e rifugio sicuro nell’ora della mia morte.
Sii, o Cuore di bontà e di misericordia, la mia giustificazione presso Dio Padre e allontana da me la sua giusta indignazione.
Cuore amoroso di Gesù, pongo in te la mia fiducia, perché temo tutto dalla mia malizia e debolezza, ma spero tutto dalla tua bontà.
Distruggi in me quanto può dispiacerti. Il tuo puro amore s’imprima profondamente nel mio cuore in modo che non ti possa più dimenticare o essere separato da te.
Ti chiedo, per la tua bontà, che il mio nome sia scritto in te, poiché voglio vivere e morire come tuo vero devoto.
Sacro Cuore di Gesù, confido in te!

PREGHIERA DI CONSACRAZIONE AL CUORE IMMACOLATO DI MARIA
 
Il 25 marzo 2022, solennità dell’Annunciazione del Signore, Papa Francesco ha consacrato e affidato l'umanità intera, e specialmente la Russia e l'Ucraina, al Cuore Immacolato di Maria, Regina della Pace, durante la liturgia penitenziale nella Basilica di San Pietro e davanti alla statua della Madonna di Fatima, in comunione con i Vescovi di tutto il mondo
È stato uno dei gesti più universali dall'inizio del pontificato di Francesco, che vuole coinvolgere le Chiese in ogni angolo del Pianeta per chiedere che si fermi la guerra in Ucraina, per chiedere che tacciano le armi, come aveva chiesto dalla Madonna durante l’apparizione di Fatima nel 1917: “Sono venuta a chiedere la Consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato e la comunione riparatrice nei primi sabati. Se ascolterete le Mie richieste, la Russia si convertirà e avrete pace; diversamente, diffonderà i suoi errori nel mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa; i buoni saranno martirizzati, il Santo Padre dovrà soffrire molto, diverse nazioni saranno annientate. Infine il Mio Cuore Immacolato trionferà.”
Il Papa camminava lento verso la statua della Madonna di Fatima, posta al centro della basilica, di fianco a un Crocifisso in legno. Il tragitto era breve ma l'incedere era pesante, come quello del 27 marzo 2020, quando tra le braccia deserte del Colonnato di San Pietro, il Pontefice sembrava portare sulle spalle le ferite di un’umanità oppressa dai morti e dai contagi del Covid.
Francesco era solo, seduto su una sedia dinanzi alla Vergine Maria, mentre invocava la fine di un orrore che è tornato a bussare alle porte delle nostre case. Dietro a lui, in questo appuntamento universale che scrive una pagina di storia della Chiesa moderna, c’è il mondo intero. Nella Basilica vaticana, nei luoghi sacri dei cinque continenti, tramite i mezzi di comunicazione, nelle piazze - quelle ucraine bombardate, da Kiev a Odessa, o la stessa Piazza San Pietro dove sono stati allestiti duemila posti a sedere - risuona la supplica di Jorge Mario Bergoglio alla “Madre”.
Francesco fa una pausa di silenzio prima di pronunciare il testo diffuso nei giorni scorsi in 35 lingue. E innalza una preghiera corale, radicata nella grande tradizione mariana.
Ogni tanto alza il capo per guardare il volto di Maria, e le parla a nome di tutti noi, la supplica a nome dell’umanità intera:
  
O Maria, Madre di Dio e Madre nostra, noi, in quest’ora di tribolazione, ricorriamo a te.
Tu sei Madre, ci ami e ci conosci: niente ti è nascosto di quanto abbiamo a cuore.
Madre di misericordia, tante volte abbiamo sperimentato la tua provvidente tenerezza, la tua presenza che riporta la pace, perché tu sempre ci guidi a Gesù, Principe della pace.
Ma noi abbiamo smarrito la via della pace. Abbiamo dimenticato la lezione delle tragedie del secolo scorso, il sacrificio di milioni di caduti nelle guerre mondiali. Abbiamo disatteso gli impegni presi come Comunità delle Nazioni e stiamo tradendo i sogni di pace dei popoli e le speranze dei giovani.
Ci siamo ammalati di avidità, ci siamo rinchiusi in interessi nazionalisti, ci siamo lasciati inaridire dall’indifferenza e paralizzare dall’egoismo.
Abbiamo preferito ignorare Dio, convivere con le nostre falsità, alimentare l’aggressività, sopprimere vite e accumulare armi, dimenticandoci che siamo custodi del nostro prossimo e della stessa casa comune.
Abbiamo dilaniato con la guerra il giardino della Terra, abbiamo ferito con il peccato il cuore del Padre nostro, che ci vuole fratelli e sorelle. Siamo diventati indifferenti a tutti e a tutto, fuorché a noi stessi.
E con vergogna diciamo: perdonaci, Signore!
Nella miseria del peccato, nelle nostre fatiche e fragilità, nel mistero d’iniquità del male e della guerra, tu, Madre santa, ci ricordi che Dio non ci abbandona, ma continua a guardarci con amore, desideroso di perdonarci e rialzarci. È Lui che ci ha donato te e ha posto nel tuo Cuore immacolato un rifugio per la Chiesa e per l’umanità.
Per bontà divina sei con noi e anche nei tornanti più angusti della storia ci conduci con tenerezza.
Ricorriamo dunque a te, bussiamo alla porta del tuo Cuore noi, i tuoi cari figli che in ogni tempo non ti stanchi di visitare e invitare alla conversione.
In quest’ora buia vieni a soccorrerci e consolarci.
Ripeti a ciascuno di noi: “Non sono forse qui io, che sono tua Madre?”
Tu sai come sciogliere i grovigli del nostro cuore e i nodi del nostro tempo. Riponiamo la nostra fiducia in te. Siamo certi che tu, specialmente nel momento della prova, non disprezzi le nostre suppliche e vieni in nostro aiuto.
Così hai fatto a Cana di Galilea, quando hai affrettato l’ora dell’intervento di Gesù e hai introdotto il suo primo segno nel mondo. Quando la festa si era tramutata in tristezza gli hai detto: «Non hanno vino» (Gv 2,3). Ripetilo ancora a Dio, o Madre, perché oggi abbiamo esaurito il vino della speranza, si è dileguata la gioia, si è annacquata la fraternità. Abbiamo smarrito l’umanità, abbiamo sciupato la pace. Siamo diventati capaci di ogni violenza e distruzione. Abbiamo urgente bisogno del tuo intervento materno.
 
Accogli dunque, o Madre, questa nostra supplica.
Tu, stella del mare, non lasciarci naufragare nella tempesta della guerra.
Tu, arca della nuova alleanza, ispira progetti e vie di riconciliazione.
Tu, “terra del Cielo”, riporta la concordia di Dio nel mondo.
Estingui l’odio, placa la vendetta, insegnaci il perdono.
Liberaci dalla guerra, preserva il mondo dalla minaccia nucleare.
Regina del Rosario, ridesta in noi il bisogno di pregare e di amare.
Regina della famiglia umana, mostra ai popoli la via della fraternità.
Regina della pace, ottieni al mondo la pace.
 
Il tuo pianto, o Madre, smuova i nostri cuori induriti. Le lacrime che per noi hai versato facciano rifiorire questa valle che il nostro odio ha prosciugato. E mentre il rumore delle armi non tace, la tua preghiera ci disponga alla pace. Le tue mani materne accarezzino quanti soffrono e fuggono sotto il peso delle bombe.
Il tuo abbraccio materno consoli quanti sono costretti a lasciare le loro case e il loro Paese.
Il tuo Cuore addolorato ci muova a compassione e ci sospinga ad aprire le porte e a prenderci cura dell’umanità ferita e scartata.
Santa Madre di Dio, mentre stavi sotto la croce, Gesù, vedendo il discepolo accanto a te, ti ha detto: «Ecco tuo figlio» (Gv 19,26): così ti ha affidato ciascuno di noi. Poi al discepolo, a ognuno di noi, ha detto: «Ecco tua madre» (v. 27). Madre, desideriamo adesso accoglierti nella nostra vita e nella nostra storia.
In quest’ora l’umanità, sfinita e stravolta, sta sotto la croce con te. E ha bisogno di affidarsi a te, di consacrarsi a Cristo attraverso di te. Il popolo ucraino e il popolo russo, che ti venerano con amore, ricorrono a te, mentre il tuo Cuore palpita per loro e per tutti i popoli falcidiati dalla guerra, dalla fame, dall’ingiustizia e dalla miseria.
Noi, dunque, Madre di Dio e nostra, solennemente affidiamo e consacriamo al tuo Cuore immacolato noi stessi, la Chiesa e l’umanità intera, in modo speciale la Russia e l’Ucraina.
Accogli questo nostro atto che compiamo con fiducia e amore, fa’ che cessi la guerra, provvedi al mondo la pace. Il sì scaturito dal tuo Cuore aprì le porte della storia al Principe della pace; confidiamo che ancora, per mezzo del tuo Cuore, la pace verrà.
A te dunque consacriamo l’avvenire dell’intera famiglia umana, le necessità e le attese dei popoli, le angosce e le speranze del mondo.
Attraverso di te si riversi sulla Terra la divina Misericordia e il dolce battito della pace torni a scandire le nostre giornate. Donna del sì, su cui è disceso lo Spirito Santo, riporta tra noi l’armonia di Dio. Disseta l’aridità del nostro cuore, tu che “sei di speranza fontana vivace”.
Hai tessuto l’umanità a Gesù, fa’ di noi degli artigiani di comunione.
Hai camminato sulle nostre strade, guidaci sui sentieri della pace. Amen.
LA PREGHIERA DI PAPA FRANCESCO
 
Roma, Udienza Generale 16 marzo 2022
 
«Tutti - dice Papa Francesco rivolgendosi agli studenti accompagnati dagli insegnanti e dai genitori - guardiamo al cuore e pensiamo ai tanti bambini, bambine, ragazzi e ragazze che sono in guerra, che oggi in Ucraina stanno soffrendo, sono come noi, come voi. Sei, sette, dieci, quattordici anni e voi avete davanti un futuro, una sicurezza sociale di crescere in una società in pace. Invece questi piccoli, anche piccolini, devono fuggire dalle bombe, stanno soffrendo, tanti, con quel freddo che fa lì… Pensiamo. Ognuno di noi pensi a questi bambini, bambine, a questi ragazzi, ragazze, che oggi stanno soffrendo, a tremila km da qui. Preghiamo il Signore. Io farò la preghiera e voi con il cuore con la mente pregate con me».
Poi il Papa recita questa preghiera:
 
Signore Gesù, ti prego per i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze che stanno vivendo sotto le bombe, che vedono questa guerra terribile, che non hanno da mangiare, che devono fuggire lasciando casa, tutto…
Signore Gesù, guarda questi bambini, questi ragazzi, proteggili, sono le vittime della superbia di noi, gli adulti.
Signore Gesù, benedici questi bambini e proteggili.
Insieme preghiamo la Madonna perché li protegga. Ave Maria....”
 
Al termine dell'udienza, Francesco è tornato a richiamare l'attenzione sulla barbarie che si consuma nel Paese est-europeo. Il suo appello prende la forma di una accorata preghiera, quella scritta dall'arcivescovo di Napoli, monsignor Domenico Battaglia, preghiera che il Pontefice recita con i fedeli in Aula Paolo VI. 
"Nel dolore di questa guerra, facciamo una preghiera tutti insieme chiedendo al Signore il perdono e chiedendo la pace. Pregheremo con una preghiera che scrisse un vescovo italiano", dice il Papa. E poi recita:
 
 
Perdonaci la guerra
 
Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi misericordia di noi peccatori!
 
Signore Gesù, nato sotto le bombe di Kiev, abbi pietà di noi!
Signore Gesù, morto in braccio alla mamma in un bunker di Kharkiv, abbi pietà di noi!
Signore Gesù, mandato ventenne al fronte, abbi pietà di noi!
Signore Gesù, che vedi ancora le mani armate all’ombra della tua croce, abbi pietà di noi!
Perdonaci, Signore, se non contenti dei chiodi con i quali trafiggemmo la tua mano, continuiamo ad abbeverarci al sangue dei morti dilaniati dalle armi.
Perdonaci, se queste mani che avevi creato per custodire, si sono trasformate in strumenti di morte.
Perdonaci, Signore, se continuiamo ad uccidere nostro fratello, se continuiamo come Caino a togliere le pietre dal nostro campo per uccidere Abele.
Perdonaci, se continuiamo a giustificare con la nostra fatica la crudeltà, se con il nostro dolore legittimiamo l’efferatezza dei nostri gesti. 
Perdonaci la guerra, Signore.
Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, ti imploriamo! Ferma la mano di Caino! Illumina la nostra coscienza, non sia fatta la nostra volontà, non abbandonarci al nostro agire!
Fermaci, Signore, fermaci!
E quando avrai fermato la mano di Caino, abbi cura anche di lui. È nostro fratello.
O Signore, poni un freno alla violenza! Fermaci, Signore! Amen.

MADRE DEL LUME, MADRE DELLA PACE

La Madre SS.ma del Lume ha sempre dimostrato il suo grande potere di irrompere nelle tenebre con la Luce di suo Figlio e dello Spirito Santo, e ha sempre salvato il mondo dalle divisioni, dalle guerre, dal male, portando armonia e pace. Sono veramente tante le testimonianze di grazie ricevute dalla Madonna del Lume nel corso dei secoli, in Italia e nel mondo: grazie individuali (conversioni, guarigioni fisiche, riconciliazioni, liberazioni dal Maligno ecc.) e grazie “sociali”, come cessazioni di guerre, soluzioni di discordie tra i popoli, riappacificazioni e riunificazioni.
A Cesta (Ferrara) la Madonna del Lume è chiamata anche “Madonna della Pace”: il mostro rappresenterebbe la guerra, il giovane afferrato dalla Vergine rappresenterebbe la moltitudine delle vittime della guerra. Affidiamo a Lei con fiducia la drammatica situazione di questo momento, affidiamole tutta l'umanità, sentiamoci tutti afferrati dalla Sua mano, ognuno come suo figlio amato, ma anche ognuno a rappresentare l'umanità intera.

COMUNICAZIONE

Abbiamo tardato a pubblicare la seguente comunicazione nella speranza di poter dare qualche buona notizia, ma non avendo ancora rilevato novità, ci sentiamo in dovere, per correttezza, di dare le seguenti informazioni.
Paolo VI, all'antivigilia di Natale del 1966, annunciò al Sacro Collegio la revisione della disciplina delle indulgenze, e ne furono revocate parecchie.
Il testo della Costituzione del Papa così conclude:
“Le nuove norme, che regolano l’acquisto delle indulgenze, entreranno in vigore dopo tre mesi dalla data di pubblicazione di questa costituzione su "Acta Apostolicae Sedis". Le indulgenze, annesse all’uso degli oggetti di pietà, che non sono sopra riferite, cessano dopo tre mesi dalla data di pubblicazione della presente costituzione su "Acta Apostolicae Sedis". Le revisioni, di cui si tratta nei nn. 14 e 15, debbono essere proposte alla sacra penitenzieria apostolica entro un anno; trascorso un biennio dalla data di questa costituzione, le indulgenze, che non siano state confermate, decadranno. Queste nostre norme e prescrizioni al presente e per l’avvenire vogliamo che siano stabili ed efficaci, nonostante, in quanto è necessario, le costituzioni e gli ordinamenti apostolici emanati dai nostri predecessori, e tutte le altre prescrizioni, anche se degne di particolare menzione e deroga.
Dato a Roma, presso San Pietro, il 1 gennaio 1967
 
Il 13 luglio 2021 il nostro gruppo dell’Apostolato aveva scritto al Vescovo di Adria-Rovigo, S.E. Pierantonio Pavanello, chiedendo se la grande indulgenza connessa all’altare della Madre del Lume di Melara fosse ancora valida o, in caso contrario, se potesse essere rinnovata, con tutte le sue caratteristiche.
Il Vescovo ha risposto il 2 ottobre 2021:
“A mio avviso l'indulgenza plenaria connessa alla visita dell'altare della Madonna del Lume non è più valida dopo la Costituzione Apostolica Indulgentiarum doctrina di Paolo VI. Infatti al n. 12 si stabilisce che vengono soppresse le indulgenze cosiddette "reali" cioè legate ad un luogo o ad una cosa (è il caso di un altare). Con questa norma Paolo VI voleva mettere in evidenza che l'indulgenza è legata alle azioni dei fedeli. Per questo motivo non esistono più gli altari "privilegiati" (a cui era annessa un'indulgenza). Rimane tuttavia l’indulgenza plenaria legata alla visita dell’altare nel giorno della sua dedicazione. L’Enchiridion indulgentiarum del 1999, nel n. 33, § 1, 6° a questo proposito dice: «Si concede l’indulgenza plenaria al fedele che piamente visita e vi recita un Padre nostro e un Credo una chiesa o un altare nel giorno della loro dedicazione».

Ricordiamo che l’altare dedicato alla Madre SS.ma del Lume di Melara è stato benedetto il 26 settembre 1795, e che Melara celebra la Festa della Madre SS.ma del Lume la 2a domenica di ottobre.

MELARA - DOMENICA 10 OTTOBRE 2021

FESTA DELLA MADRE SS.ma DEL LUME


 



  


Dopo la Santa Messa solenne, concelebrata dal parroco don Giuliano Gulmini e da don Ionut 

Ursuleac, sono state benedette le coroncine del Rosario con l'immagine della Madre del Lume 

offerte dal Gruppo dell'Apostolato della Madre SS.ma del Lume di Melara e una statua della 

Madre del Lume proveniente dal Messico, donata dalla famiglia Parente. 


PREGHIERA ALLA MADRE SS.ma DEL LUME 
PER QUESTO TEMPO DI PANDEMIA DA COVID 19
 
Signore Gesù, in questo momento di prova difficile per la nostra salute, ma anche per la nostra fede, guarda il popolo di Melara, la nostra Unità Pastorale e l’umanità intera afflitta da questa nuova epidemia che sta seminando angoscia, sofferenza e paura in tutto il mondo. Per intercessione della tua SS.ma Madre, la SS.ma Madre del Lume, non permettere che il maligno tolga ai tuoi figli la speranza e la fiducia nel tuo amore onnipotente e misericordioso. Non permettere che nella sua sottile malizia esso ottenga la chiusura delle chiese e impedisca la celebrazione della Santa Messa, che è l’unica sicura salvezza in cui possiamo trovare guarigione e pace. Non permettere che sia vana la sofferenza di chi è malato e l’ansia di chi ha paura di ammalarsi, ma ottienici la forza di offrire tutto a Te come riparazione e supplica, per noi e per il mondo intero.
 
Madre SS.ma del Lume, ci affidiamo fiduciosi al tuo amore materno e ti preghiamo: intercedi per noi, per tutta l’umanità e per le anime del Purgatorio.
Regina degli Angeli, per il potere che l’Eterno Padre ti ha dato sugli Angeli e sugli Arcangeli, nel Nome di Gesù, Luce del mondo, e per suo amore, manda legioni di Angeli, con a capo San Michele Arcangelo, a liberarci dal Maligno e da ogni male.
Madre di Misericordia, rimani sempre con noi. Donaci tuo Figlio, e vinci con la sua Luce le tenebre che avvolgono il mondo e turbano il nostro cuore diviso fra il bene e il male, fra la terra e il Cielo. Ottienici la forza e la Luce dello Spirito Santo. Donaci la guarigione del corpo e dell’anima. Sostienici nella prova che oggi sta soffrendo tutto il mondo, illumina e guida gli operatori sanitari, illumina i ricercatori, illumina tutti noi, così fragili; illumina i mass media affinché non siano strumenti del maligno per diffondere la paura. Coprici tutti di benedizioni e guidaci a risplendere con Te nella Luce eterna del Paradiso.
 
San Michele Arcangelo, soccorrici nella lotta, e sii il nostro aiuto contro la malizia e le insidie del demonio. Supplici ti chiediamo che Dio lo sottometta. E tu, principe della milizia celeste, per virtù divina ricaccia nell’inferno Satana e gli altri spiriti maligni che vagano nel mondo per la rovina delle anime. Tu che sei stato presente nella nostra terra fin dall’antichità, con la forza di Dio vinci questa oscura epidemia, liberaci dal Maligno e da ogni male, proteggi e difendi tutti noi melaresi, che intercediamo anche per il mondo intero.

San Materno, patrono del nostro paese, guarda la nostra sofferenza, intercedi per noi perché non perdiamo la fiducia e, sempre più saldi nella fede, sappiamo generare un futuro di giustizia e di fraternità.

Sant’Antonio di Padova, compatrono della nostra parrocchia, che hai protetto Melara dalle alluvioni  del Po e dalle tempeste, difendici ora dalla tempesta che questa calamità sta provocando nei nostri cuori e nella nostra vita.

Santa Adelaide, che hai speso la tua vita nel servizio ai più bisognosi e hai donato Melara a Cristo come offerta di riparazione, affida oggi con amore speciale il nostro paese e la nostra gente alla misericordia del Salvatore.

Amen.

PREGHIERA AI MARTIRI DEL COVID 19


Martiri del Coronavirus, martiri senza nome, attraverso il martirio della croce siete stati chiamati forse in migliaia alla gloria del Cielo. Lontani dai vostri affetti, nella totale solitudine e nel forzato misterioso silenzio della terapia intensiva, consapevoli che stavate per morire, avete incontrato Dio faccia a faccia e avete accettato la Sua volontà, gli avete consegnato la vita, in un incontro sublime che non possiamo nemmeno immaginare, e che Dio continua a concedere quasi contemporaneamente a una folla innumerevole di anime in tutto il mondo. Accomunati dallo stesso martirio, siete le vittime anonime di un sacrificio che continua a compiersi da tanto tempo, e che rimarrà inaccessibile e sconosciuto perché nessuno potrà mai raccontarlo, ma che avvolge l’umanità con una forza spirituale potente.
Dio ci perdoni se non ci rendiamo conto della misteriosa potenza divina di questo momento storico, in cui voi, cirenei sconosciuti, avete portato la croce con Cristo anche per noi, e con Lui state salvando il mondo.
Martiri del Coronavirus, aiutateci a rimanere saldi nella storia in cui Dio ci ha messi, otteneteci il coraggio di viverla fino in fondo, sostenete tutti noi in questo tempo di buio e di smarrimento.
Portate a Dio la nostra preghiera e intercedete per noi, affinché Lui renda meritoria anche la sofferenza nostra, per noi e per gli altri, soprattutto per chi non crede.
O Dio, forza dei martiri, benedici questo misterioso tempo di purificazione, aiutaci a non sprecarlo, dacci la forza di accettarlo con fiducia dalle tue mani, rendici solidali con chi sta soffrendo, perdonaci se per leggerezza o per paura abbiamo minimizzato la gravità della situazione e abbiamo così facilitato il contagio.
O Dio, ti offriamo l’angoscia nostra e la paura di chi è malato, la solitudine e la sofferenza di chi sta per morire, il dolore e la disperazione delle famiglie, il sacrificio degli operatori sanitari, unico conforto dei morenti.
Concedi anche a noi, per intercessione di questi nuovi martiri, di testimoniare la nostra fede nel tuo Amore, nonostante tutto.
Il nostro Signore Gesù Cristo abbia misericordia di questo suo mondo impaurito e malato, e per l’intercessione della sua Madre SS.ma e dei martiri del Covid 19 plachi il vento e calmi la tempesta che sta sommergendo la nostra fragile barca. Amen. (M. O.)


COMUNICAZIONI

San Giuseppe del Lume



L'immagine è arrivata dalla nostra Associazione, in Sicilia.
Dovrebbe trovarsi in una chiesa della Val di Noto.

L'originale è stato dipinto da José Joaquín Magòn (1754-1760),  un pittore messicano i cui dettagli sulla sua nascita e morte sono sconosciuti. Era famoso per il suo lavoro religioso. Tra le sue opere conosciute vi sono le tele con Scene della Passione. Ad Atlixco c'è un grande dipinto con la Madonna della Misericordia realizzato nel 1763. Nella parrocchia della Croce, c'è un San Juan Nepomuceno. Una delle sue migliori opere, San Antonio in Ovale, è in una collezione privata. 



Siamo felici di comunicare che l'Arcivescovo di Catania, mons. Salvatore Gristina, il 25 giugno 2020 ha concesso il DECRETUM LAUDIS all'Asociazione "Apostolato della Madre Santissima del Lume".

ASSOCIAZIONE MARIANA
“APOSTOLATO DELLA MADRE SS.ma DEL LUME”
 
L’Associazione Mariana “Apostolato della Madre SS. del Lume” è nata il 21 novembre 2018, giorno anniversario dell’apparizione della Madre del Lume a Palermo nel 1722, con l’approvazione dell’Arcivescovo Metropolita di Catania Mons. Salvatore Gristina, Presidente della Conferenza Episcopale Siciliana. L’Associazione stata riconosciuta dalla Chiesa il 7 ottobre 2019.
Il 27 ottobre 2019, con una solenne Celebrazione Eucaristica presieduta dal Vicario Generale dell’Arcidiocesi di Catania Mons. Salvatore Genchi, è stato letto il DECRETO di erezione della nuova Associazione, ed è stato presentato ufficialmente lo STATUTO.
L’Associazione, che ha sede presso la chiesa madre di Belpasso (Catania), è un cammino spirituale affidato alla protezione della Madre SS.ma del Lume, con l’obiettivo di testimoniare la Fede cattolica in un mondo sempre più scristianizzato e in una cultura sempre più pagana.
Questo Gruppo Mariano ha scelto la Vergine SS.ma come propria “Madre Spirituale” perché oggi, come mai nel passato, l’umanità è ad un bivio perché gli uomini di oggi vivono senza riflettere sul significato della vita, sprecandola in follie e vaneggiamenti, si sono fatti “dèi” di sé stessi, volendo obbedire solo a loro capricci, al loro egoismo e così via…
Questo Gruppo è consapevole che la conversione è un’esigenza urgente del nostro tempo.
Urge la decisione personale di aderire apertamente e coraggiosamente a Cristo.
Urge il bisogno di far conoscere il vero significato della devozione alla Madre SS.ma, imitandola nell’umiltà, nell’obbedienza, nell’ascolto della Parola di Dio e nella meditazione di essa.
Urge la testimonianza viva e coraggiosa della nostra fede cristiana e della nostra filiale adesione a Maria SS.ma, affinché Ella possa essere riscoperta e venerata in questa nostra società del buio.
Guardiamo a Lei come Stella luminosa per il nostro cammino.
Mons. Giovanni Lanzafame, mariologo
 
DIRETTIVO DELL’ASSOCIAZIONE
 
Decano o Governatore:
-         Mons. Giovanni Lanzafame
Consiglio Direttivo:
-        Presidente: Pietro Lo Coco (Porticello - PA)
-        Vice Presidente: Mariadele Orioli Soffiatti (Melara - RO)
Segreteria Generale:
-        per la Sicilia Occidentale: Giuseppe Firenze (Bagheria - PA)
-        per la Sicilia Orientale: Orazio Leotta (Belpasso - CT)
Consiglieri:
Pietro Siciliano (Palermo)
Francesco Crivello (Palermo)
Mario Di Mauro (Belpasso - CT)
Guido Licciardello (Belpasso - CT)
Giovanni Tesè (Naro - AG)
David Benitez Gonzalez (Siviglia - Spagna)
Michael P. Delos Reyes (Cainta - Isole Filippine)
Consigliere Spirituale e Assistente Ecclesiastico:
-        Rev. Padre Alfio Lipera
 
Riferimenti di zona:
-  Mariadele Orioli Soffiatti – Melara (RO) – cell. 334 321 9312
-  Sabrina Pacchioni – Castelnovo Bariano (RO) – cell. 333 476 9634

***

Il Gruppo dell'Apostolato della Madre SS.ma del Lume di Melara propone a tutti, melaresi e non, la recita del Santo Rosario e dei Vespri davanti all'altare della Sacra Immagine il 21 di ogni mese (giorno anniversario dell'apparizione), alle ore 15, nella chiesa parrocchiale di Melara.


21 novembre 2019 - Anniversario dell'Apparizione

Quest'anno, per la prima volta, la Parrocchia di Melara ha commemorato con una Santa Messa solenne l'Apparizione della Madre del Lume a Palermo nel 1722.
Alla presenza di numerosi devoti, non solo melaresi, il Parroco don Giuliano è stato un luminoso strumento di Maria. Ha sottolineato il ruolo della Madre del Lume, corredentrice dell'umanità e scudo contro il male che avvolge noi e il nostro mondo. Alla fine della Messa, davanti alla sacra Immagine don Giuliano ha impartito a tutti una benedizione speciale di guarigione e di liberazione, e infine ha pregato su ciascuno benedicendo con l'acqua esorcizzata.
Il Coro parrocchiale di Castelnovo Bariano, impreziosito anche dalle struggenti note del violino, ha accompagnato splendidamente ogni momento della celebrazione.
Ringraziamo con tutto il cuore la nostra Madre SS.ma del Lume per tutto quello che ci sta donando.

13 ottobre 2019 - LA FESTA



l'Altare con le antiche lampade restaurate e l'icona dell'Arc. San Michele


Domenica 13 ottobre 2019, Festa della Madre SS.ma del Lume, durante la Santa Messa solenne delle ore 18, è stata consegnata alla Chiesa un'icona dell'Arcangelo San Michele che, dopo la benedizione, è stata collocata in fianco all'altare della Madre del Lume, "luogo" di liberazione e di guarigione. 
Sono state benedette e accese le antiche lampade restaurate. 
La Festa si è conclusa con la processione per le vie di Melara, accompagnando una copia dell'Immagine del nostro Quadro con l'icona di San Michele, le reliquie dei cinque martiri gesuiti arrivate a Melara insieme con il quadro della Madonna del Lume nel 1780, e lo stendardo del'Associazione "Apostolato della Madre SS.ma del Lume".

Il 10 marzo 2019, prima domenica di Quaresima, dopo la Messa delle 11,00, con il parroco don Giuliano abbiamo portato in processione lo stendardo dell'Apostolato della Madre Santissima del Lume, Gruppo di Melara, all'altare della Madonna, e lì don Giuliano lo ha benedetto.
 febbraio 2019, giorno della Beata Vergine di Lourdes, è mancato ARRIGO AMATO, Consigliere della nuova Associazione mariana "Apostolato della Madre SS.ma del Lume".



Il dott. Arrigo Amato era nato e vissuto a Palermo.
Laureato in Giurisprudenza presso l’Università di Palermo, a 23 anni aveva vinto il concorso di funzionario amministrativo presso il Conservatorio e Accademia di Palermo. Successivamente, sempre come funzionario amministrativo, aveva prestato servizio fino al 1998 presso l’Accademia delle Arti di Palermo. Era stato componente dell’Ufficio per la Pastorale della Cultura della Diocesi di Palermo, diretta dal Prof. Giuseppe Savagnone. Faceva parte del Movimento Carismatico di Assisi, gruppo che studia i carismi e i fenomeni carismatici straordinari.
Dal 26 luglio 1981 aveva collaborato con Padre Vincenzo Arnone, Parroco della chiesa di Santo Stanislao Kostka, dove il 21 novembre 1722 la Madre Santissima del Lume era apparsa a una pia veggente, forse la marchesa del casato Ugo delle Favàre, visione dalla quale ebbe inizio la diffusione del Titolo, dell’Immagine e del Culto per la Madre del Lume.
Fu proprio il 26 luglio 1981 che in Arrigo Amato si accese la devozione per la Madre Santissima del Lume, che divenne giorno dopo giorno un crescendo d’amore e di fede.
Una devozione iniziata apparentemente “per caso”, racconta Arrigo Amato. Infatti quel giorno, passando “per caso” dal Noviziato, vide una piccola processione dei confrati con la statua della Madonna del Lume, guidata da padre Vincenzo Arnone, parroco della Chiesa di Santo Stani-slao Kostka. Nella stessa chiesa veniva esposto il quadro ovale raffigu-rante la Madre Santissima del Lume, ritenuto da molti l’originale, l’immagine primigenia.
Da quel giorno Arrigo Amato cominciò ad amare la Madre di Dio anche sotto questo Titolo.
Cominciò a fare tutte le ricerche che potessero consentire a chiunque di conoscere la storia dell’Immagine e dell’origine della devozione alla Ver-gine Santissima sotto questo Titolo. (“Una volta un Sacerdote mi disse - ha riferito testualmente Arrigo Amato – che la Madre SS.ma del Lume più si La conosce più La si ama”… Conoscere per amare!).
Dopo quel 26 luglio 1981 Arrigo Amato, Bruno De Marco Spata e Padre Vincenzo Arnone si misero alla ricerca dei due volumi attribuiti a padre Giovanni Antonio Genovese e padre Emmanuele Aguillera.
Già il 12 ottobre 1979 padre Arnone aveva individuato presso la Bibliote-ca Nazionale di Palermo la scheda 4/16/A/1-2 relativa al primo volume dell’Opera la “Madonna del Lume. La devozione di Maria Madre Santis-sima del Lume”, stampato a Palermo presso la Tipografia Stefano Amato nel 1733. Tuttavia non poté avere il libro in prestito poiché la stanza ove era conservato il volume era chiusa per restauro. Dopo tantissime difficoltà il volume finalmente fu ritrovato, nel 1984, da padre Arnone, da Bruno De Marco Spata, e dallo stesso Arrigo Amato. Il secondo volume venne ritrovato negli anni 1985-1986 presso la Biblioteca Nazionale di Roma da Arrigo Amato, coadiuvato da padre Salvatore Rugolo (che attualmente si trova presso la Cancelleria della Diocesi di Assisi).
Arrigo Amato, insieme a tanti altri devoti, nel 1984 aveva fondato un gruppo di preghiera mariano dedicato alla Madre Santissima del Lume, con la guida spirituale di padre Vincenzo Arnone e coordinato dallo stesso Arrigo Amato. (tratto dagli Atti del Convegno, 2015).
Ha partecipato al Convegno sulla Madre SS.ma del Lume, che si tenne a Melara (Rovigo) nell'ottobre 2015.
Vero uomo di Dio, grande devoto della Vergine Sanrissima, era una persona umile e dolcissima, sicuramente un grande dono per chi l'ha incontrato. Melara lo ricorda con affetto e riconoscenza. E la Nostra Associazione non può che vedere in lui un segno forte di benedizione, un apripista luminoso, primo dei nuovi "apostoli" che la Madre SS.ma del Lume ha chiamato a Sè per aprire la strada a tutti noi, che potremo contare su di lui come su un intercessore generoso e su un aiuto concreto nel nostro cammino di conversione.

Il 21 novembre, Festa della Presentazione di Maria al Tempio, ricorre l'anniversario dell'apparizione della Madre Santissima del Lume a Parlermo (1722).

È stata pubblicata la versione riveduta dell'opera del gesuita padre Antonio Genovese: "La devozione a Maria Madre Santissima del Lume- 1733 (pagg. 528, € 25,00), curata da Orioli M., Tesè G., Agnello N., con la supervisione di Mons. Giovanni Lanzafame Di Bartolo, mariologo. 
Si tratta di un'opera fondamentale, scritta dal testimone degli avvenimenti straordinari avvenuti a Palermo nel 1722 e promotore del nuovo culto che ne derivò, ora diffuso in tutto il mondo. 
Il libro è reperibile anche tramite il sito delle Edizioni Parva: clicca qui per acquistare


Estate 2017 - Si sta lavorando alla trascrizione dell'opera del gesuita padre Antonio Genovese: "La devozione di Maria Madre Santissima del Lume" (1733), curata da Orioli M., Tesè G., Agnello N., con la supervisione di Mons. Giovanni Lanzafame, mariologo. Si tratta di un'opera fondamentale, scritta dal testimone degli avvenimenti straordinari avvenuti a Palermo nel 1722 e promotore del nuovo culto che ne derivò, ora diffuso in tutto il mondo. 

Da La Settimana (Settimanale della Diocesi di Adria-Rovigo)

A Melara da Bomporto (MO) - In pellegrinaggio alla Madre SS.ma del Lume 
I cresimandi con le loro famiglie e le catechiste

Domenica 4 giugno, Solennità di Pentecoste, sono venuti a Melara in pellegrinaggio alla Madre SS.ma del Lume i cresimandi di Bomporto (Modena), accompagnati dalle loro famiglie e dalle catechiste.
Il loro parroco, spiacente di non aver potuto partecipare per gli impegni richiesti dalla Solennità nella sua parrocchia, li ha accompagnati con la preghiera. La comunità di Bomporto aveva chiesto il sostegno della preghiera per questi ragazzi anche alla comunità di Melara: desideravano infatti concludere l’Anno Catechistico affidandosi alla Madonna del Lume, la cui devozione è strettamente collegata allo Spirito Santo (come ben sottolineato anche dalla Colomba in marmo irradiante luce che sovrasta l’altare eretto appositamente per Lei). 
I pellegrini hanno partecipato alla Santa Messa solenne delle 10,30. Nel pomeriggio, dopo aver meditato sul significato di questo “nuovo” Titolo mariano, hanno visitato la chiesa di Santa Croce, dove l’Immagine miracolosa si fermò nel 1780, quando giunse a Melara dal Messico, attraverso il Po, prima di essere portata in solenne processione nella chiesa parrocchiale di San Materno.
Quindi, dopo aver recitato il Rosario davanti all’altare della Madre SS.ma del Lume, con la benedizione del parroco don Daniele Donegà i ragazzi e tutto il gruppo hanno affidato la loro vita alla Madre del Lume. Infine sono sfilati in silenzio davanti all’Immagine della Madonna, depositando i foglietti con le loro preghiere segrete nella apposita cassettina posta in fianco all’altare.
L’Immagine della Madre SS.ma del Lume è ormai venerata in tutto il mondo (sta addirittura nascendo un’Associazione Internazionale che unisce tutti i fedeli di questa devozione chiesta dalla Madonna stessa). 
Per quanto ne sappiamo, l’Immagine di Melara è l’unica che, con un altare proprio, viene venerata non solo nella nostra Diocesi ma in tutto il Veneto. È perciò un privilegio inestimabile, non solo per la parrocchia di Melara ma anche per la nostra Diocesi.
Ci si augura che, come la stessa Madre del Lume nel1722 ha chiesto di essere fatta conoscere, venga sempre più conosciuta e venerata anche nella nostra zona. Perciò ci si augura anche che il Gruppo “Madonna del Lume” non rimanga una piccola realtà di Melara, perché ogni dono del Cielo deve essere condiviso e fatto fruttificare, ma si arricchisca di devoti di tutta la Diocesi, e non solo, affinché la Madre del Lume possa divenire, come Lei stessa ha chiesto, la Madonna di tutti.
Per saperne di più si può visitare il sito www.madonnadellumedimelara. it e La Pagina della Madonna del Lume, che esce in occasione delle principali Feste Mariane.
Mariadele Orioli del gruppo “ Madonna del Lume di Melara

  • 4 giugno 2017, DOMENICA DI PENTECOSTE – PELLEGRINAGGIO da Modena alla Madre del Lume - 
    I ragazzi di Bomporto (Modena) di quinta elementare e prima media, a conclusione dell'anno di catechismo e in preparazione alla S. Cresima, e a conclusione del mese di maggio dedicato alla Madonna, insieme con le loro famiglie verranno in visita alla parrocchia di Melara per pregare con voi e conoscere meglio la storia della miracolosa Immagine della Madre SS.ma del Lume. Parteciperemo alla Santa Messa delle 10,30, nella chiesa di Melara. Come gli apostoli riuniti con Maria nel Cenacolo chiederemo il dono dello Spirito Santo con una Consacrazione a Maria. I ragazzi verranno accompagnati anche dalle loro catechiste. Essendo la solennità di Pentecoste, il parroco don Francesco Bruni è dispiaciuto di non poter partecipare al nostro pellegrinaggio, ma ci accompagnerà con la preghiera. Chiediamo già da ora anche a voi il sostegno della preghiera per questo importante evento, chiedendo doni abbondanti di grazia su questi nostri ragazzi e sulla nostra comunità parrocchiale dedicata a san Nicolo' di Bari. La Comunità di Bomporto (MO)

  • Il 10 novembre 2016 a Radio Maria si è parlato della Madonna del Lume di Melara - Ascolta

  • Ottobre 2016 - Riceviamo copia di una lettera a "Famiglia Cristiana" (non si sa di che anno) relativa a un'immagine della Madonna del Lume che si trova a Certaldo (FI) - Leggi

  • Pellegrinaggio giubilare a Roma,  settembre 2016 - da Castelnovo B. (RO), Castelmassa (RO), Sermide (MN) con l'immagine della Madre SS.ma del Lume di Melara - Leggi le riflessioni dei pellegrini
 
 
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